Aumenti record degli affitti a Torino: cosa sta succedendo e come uscirne
Negli ultimi anni,Torino ha vissuto un significativo cambiamento del mercato degli affitti, caratterizzato da un aumento costante dei prezzi. Questo mutamento è il prodotto di tanti fattori, che in modo diverso hanno contribuito a creare disagi non solo ai residenti torinesi, ma soprattutto alle fasce più vulnerabili della popolazione e ai giovani studenti fuorisede.
O almeno questo è ciò che risulta se ci si attiene ai dati raccolti e alle numerose proteste sul tema. È innegabile che un aumento ci sia stato,ma le cause e le conseguenze hanno avuto un impatto diverso a seconda degli attori a cui ci si rivolge,che si stia quindi solo gridando al lupo? Esistono soluzioni concrete che coprono le tematiche di tutti i soggetti coinvolti?Come si sono mossi gli imprenditori morali e gli attori istituzionali a riguardo?
Dati e città a confronto
Per introdurre l’argomento a chi ne è a digiuno, stando agli ultimi dati rilevati, a Gennaio 2025 per gli immobili residenziali in vendita a Torino sono stati richiesti in media 2.041€/mq, con un aumento del 5,75% rispetto a Gennaio 2024 (1.930€/mq). Negli ultimi 2 anni, il prezzo medio nel comune di Torino ha raggiunto il suo massimo ad Ottobre 2024, con un valore di 2.061 €/mq secondo i dati raccolti da Immobiliare.
La stessa fonte riporta che sempre nel mese di Gennaio 2025, per gli immobili residenziali in affitto sono stati chiesti in media 12,10 €/mq al mese, con un aumento del 10,10% rispetto a gennaio 2024 (10,99€/mq ).
Focalizzandoci sulle zone della città, il prezzo richiesto per gli immobili in vendita è stato più alto nella zona Centro (3.776 €/mq), seguito da Crocetta (2.850 €/mq) e San Salvario (2.589 €/mq ), mentre quello più basso è stato registrato nella zona Aurora/ Barriera di Milano, con una media di 1.209 €/mq.
Per quanto riguarda gli immobili in affitto è stato più alto il prezzo nella zona Centro, con 15,74 €/mq al mese, seguito dai sopracitati Crocetta (12,72 €/mq) e San Salvario (13,35€/mq), mentre il più basso è stato nelle zone Barriera di Lanzo, Falchera, Bertolla con una media di 8,40 €/mq al mese.
Se messa a confronto con due delle principali città universitarie, Milano e Bologna, da un’analisi del mercato immobiliare vengono rivelati dati significativi: a Febbraio 2025 Milano si conferma la città universitaria più cara, con un prezzo medio per le vendite superiore ai 5.700 €/mq e un canone medio d’affitto che raggiungerà i 24 €/mq (+4,3% rispetto al 2024). Nelle zone centrali (Quadrilatero) e nei quartieri collegati dalla nuova linea metropolitana M4 in particolare è prevista una crescita degli affitti fino al +11,8%, secondo WikiMilano.
La situazione a Bologna nel 2025, secondo le previsioni dell’ufficio studi di Tecnocasa, riporta un incremento dei prezzi immobiliari fino al 2%, con una domanda focalizzata su qualità e sostenibilità abitativa. Si stima che le abitazioni più richieste saranno quelle in buono o ottimo stato, inserite in contesti serviti ed energicamente sufficienti. La città beneficia di una bassa offerta di immobili come segnala la redazione di Bologna today, una condizione che sostiene i prezzi, penalizzando i tempi di vendita. D’altra parte, il mercato delle locazioni a Bologna prevede una crescita con canoni in aumento tra il 4% e il 6%.
I fuorisede : le vere vittime di questo fenomeno
Il numero di studenti che sceglie di trasferirsi a Torino per motivi di studio, secondo le ricerche svolte da Ires Piemonte (2021) è triplicato negli ultimi 15 anni, stimando che i ⅔ degli studenti fuorisede provengono in particolare da Sicilia , Puglia, Lombardia, Liguria e Valle D’Aosta. Il Politecnico di Torino risulta la facoltà con più studenti fuorisede (oltre 18000 su 38700 studenti iscritti di cui il 19% stranieri) seguita dall’Università di Torino (circa 17500 su circa 82000 iscritti di cui il 6,38% stranieri).
Confrontandola sempre con Milano che ne conta 43.000 su 221.000 di cui il 6,98% stranieri o Bologna con i suoi 51.300 fuorisede su 84.600 con l’8,76% di studenti stranieri (secondo i rapporti annuali svolti dalle stesse università), notiamo che Torino è tra le mete universitarie più richieste non solo dai giovani italiani ma anche dai giovani stranieri, date le sue innumerevoli offerte didattiche e i programmi internazionali messi a disposizione delle singole università .
Chiariti questi dati dobbiamo però tornare ai punti critici : i prezzi degli affitti
Un’indagine svolta da Idealista ( 2024), riporta che a Torino, il prezzo medio per una stanza singola in zona universitaria ( Vanchiglia, Centro storico, San Salvario) è aumentato del 3,5% negli ultimi anni, passando da 430 a €445 al mese, con un picco massimo che può raggiungere i 700 euro mensili. Prezzi considerati folli che, tuttavia, anche gli studenti che abitano a 1/2 ore di treno dalla città si apprestano a pagare, pur di scongiurare la vita da pendolare in preda a scioperi dei mezzi e ritardi che caratterizzano gli ultimi tempi, nonché per ottemperare agli obblighi di frequenza che alcune facoltà impongono.
Inoltre, da ulteriori indagini emerge un dato spesso trascurato, ossia la preferenza degli studenti di cercare in primis un alloggio in affitto da un privato, e solo in caso di fallimento di rivolgersi ad agenzie immobiliari(Cochiba Immobiliare, casa.it, Immobiliare, Tempocasa). Questa scelta è nuovamente oggetto di scelte di risparmio in quanto, se il supporto dell’agenzia, che ricordiamo funge da intermediario tra proprietario e inquilino, potrebbe rivelarsi utile in caso ad esempio di controversia, il surplus di costi che essa richiede potrebbero disincentivare gli studenti a compiere questa scelta, preferendo una ridotta formalità e una flessibilità che un proprietario privato offre soprattutto in sede di riparazioni domestiche.
Un recente sondaggio (2025) ha chiesto a 70 studenti fuori sede di Torino rispondere alle seguenti domande: 1. In quanto tempo hai trovato casa? 2. Ritieni adeguato il prezzo rispetto al tipo di sistemazione? 3. quanto sei distante dalla tua facoltà? 4.usufruisci di agevolazioni economiche (EDISU)?. Unendo i risultati ad altri dati a nostra disposizione, le risposte si sono dimostrate variegate:
Dal primo quesito risulta che il 33,3% ha trovato casa in meno di un mese, il 47,8% ci ha messo da uno a tre mesi e il 18,8% più di tre mesi (principalmente rientra in questa categoria chi si è trovato costretto a cercare casa all’ultimo). Come metodologie di ricerca figura che il 70% degli studenti utilizza canali informali (Telegram , Facebook, passaparola), sperando di trovare alloggi da privati e, anche se potrebbe sembrare banale, gli alloggi più convenienti vengono assegnati quasi sempre a studenti “quasi fuorisede” o di provincia, che data la vicinanza riescono anche ad andare a visitare gli alloggi di persona prima di firmare il contratto di locazione.
Sebbene il secondo quesito mostra che il 43,5% degli studenti è soddisfatto della sistemazione trovata rispetto al prezzo, il 21,7% dichiara di aver riscontrato problemi legati a tentativi di truffa, problemi contrattuali o si è visto costretto a cambiare alloggio dopo il primo anno. Il restante 34,8% si dichiara in parte soddisfatto ma afferma che proverà a cercare una sistemazione migliore per il prossimo anno.
Al terzo quesito, la metà degli intervistati (49,3%) dice di aver trovato una collocazione da 1 a 3 km dalla loro facoltà, considerandolo un equo compromesso. Un fortunato 33,3% invece, abita a meno di 1km e la maggior parte, dati i costi elevati derivanti dalla comodità della vicinanza all’università, si sono visti costretti a cercare lavoro part-time la sera o i weekend, principalmente come camerieri o commessi, anche se non mancano casi-limite dove, subito dopo la laurea triennale, o durante la magistrale (soprattutto al Politecnico) gli studenti scelgono di intraprendere un percorso di stage retribuito, parallelo ai propri studi per sperimentare dal punto di vista pratico, le conoscenze apprese in aula. Il restante 17,4% dichiara di trovarsi a più di 3 km dall’università, preferendo il risparmio dovuto alla lontananza dai centri di interesse, ed essendo tuttavia vincolato agli orari dei mezzi.
Il quarto quesito evidenzia che solo il 23,3 % degli intervistati usufruisce delle agevolazioni Edisu (abitazione, mensa, ecc…), mentre il 76,% ha lamentato una mancata informazione delle risorse a disposizione nonché un iter eccessivamente lungo e complesso o nella maggior parte dei casi, non è stato ritenuto idoneo secondo la graduatoria. Ricordiamo in questa sede, che la rete Edisu Piemonte eroga annualmente contributi finanziari a fine abitativo tramite bando, a supporto degli studenti con un ISEE inferiore a €26.306, ma avremo modo di approfondire l’argomento in seguito.
Nella maggior parte dei casi, successivamente al dispendio di tempo ed energia utilizzati per trovare un alloggio (il più delle volte a canone concordato), gli studenti si trovano costretti a dipendere dall’aiuto economico delle proprie famiglie per far fronte al costo sommerso del canone di locazione (60%, rapporto CNSU 2022).
Se vi siete incuriositi con questi dati, provate a chiedere ai vostri amici fuorisede cosa ne pensano a riguardo. Scoprirete che essi si dividono in due gruppi: quelli che hanno trovato l’occasione da un privato a un prezzo ragionevole, e sostengono di aver fatto l’affare del secolo, e quelli che maledicono il giorno in cui si sono trasferiti nella città della Mole.
Cause dell’aumento : tra migliorie, eventi e costi energetici
Seppur gli studenti siano i soggetti maggiormente penalizzati dal caro affitti, non sono certo gli unici.
I residenti torinesi hanno infatti lamentato un aumento dei canoni d’affitto in tutte le zone di Torino. Ne è un esempio lampante la zona Vanchiglia, che dopo la costruzione del Campus Einaudi (2012) ha visto un’impennata dei prezzi nel quartiere di S.Giulia, che, data la vicinanza all’università e la sua vivace vita notturna, ha patito maggiormente le conseguenze di questo trend crescente.
A questo si aggiunge l’effetto degli investimenti in progetti di riqualificazione urbana, che hanno trasformato alcune aree un tempo trascurate in quartieri più attraenti per i residenti e, inevitabilmente, per i proprietari di immobili. Esempi emblematici di questa tendenza sono il progetto “Lungo Po” e la riqualificazione del quartiere Aurora, che hanno aumentato notevolmente l’interesse per queste zone un tempo considerate periferiche. In questo contesto si inserisce anche il progetto “Top Metro”, un’ iniziativa a lungo termine promossa dal comune di Torino per valorizzare le aree circostanti alla metropolitana della città (che ha visto l’inizio di implementazione nel 2006 ed è ancora in corso), migliorando la vivibilità dei quartieri e stimolando il recupero di spazi inutilizzati.
Un altro fattore che ha contribuito al caro affitti è l’aumento del turismo. Negli ultimi anni, Torino ha registrato una crescita significativa degli arrivi turistici, che ha incentivato molti proprietari a trasformare i propri appartamenti in affitti brevi tramite piattaforme come Airbnb. Questa pratica ha ridotto l’offerta di alloggi destinati ai residenti, facendo aumentare ulteriormente i prezzi. Eventi internazionali come l’Eurovision, le ATP Finals o ancora più di recente le Universiadi, hanno accelerato questo processo, facendo lievitare la domanda di affitti brevi a discapito delle necessità di chi vive stabilmente in città.
Se si pensa alla difficoltà di trovare immobili in affitto a Torino, soprattutto a lungo termine, è possibile che si assisterà ad una maggiore attenzione del locatario alla solvibilità dell’inquilino, con la richiesta di ulteriori garanzie.
Infine, pare doveroso aprire un’ultima parentesi sull’inflazione generale e l’aumento dei costi energetici, che hanno spinto i proprietari a rialzare i canoni di locazione, per mantenere la redditività degli immobili. L’analisi dei costi accessori rivela un quadro preoccupante riguardo al suo impatto sul bilancio di studenti e residenti, spesso superiore all’aumento degli affitti stesso, rappresentando forse la vera emergenza abitativa. Secondo Energia Italia News, stando ai dati GME dei primi giorni del 2025, l’aumento maggiore potrebbe riguardare la bolletta del gas, con un incremento di 251 euro, portando la spesa annuale da 1.793 euro nel 2024 a 2.044 euro nel 2025. L’energia elettrica, invece, subirà un rincaro di 99 euro, con una spesa che passerà da 790 a 889 euro.
Parentesi Edisu
L’ente regionale per il diritto allo studio offre diverse forme di supporto tra cui borsa di studio e servizio abitativo. Il budget annuale stanziato corrisponde a €15 milioni, con 25.000 studenti beneficiari potenziali e 15.000 studenti beneficiari effettivi per un importo medio di € 2000 l’anno erogato in 2 rate, uno studente fuori sede può poi richiedere, oltre alla borsa di studio, di essere ospitato in una residenza universitaria.
Le residenze prevedono sistemazioni in camere singole, doppie e triple e diversi servizi interni in relazione alla struttura ospitante (sorveglianza diurna e notturna, fornitura e cambio periodico biancheria, cucine comuni, lavanderia/stireria, telefoni a pagamento, palestre, sale comuni e polifunzionali, parcheggio biciclette, connessione Internet….). La maggior parte delle residenze mettono a disposizione locali cucina ad uso comune, tranne quelle che prevedono l’angolo cottura in camera. Per presentare la richiesta di servizio abitativo e avere accesso a un posto letto è necessario soddisfare gli stessi requisiti previsti per la domanda di sola borsa di studio.
Offerta allettante vero? Eppure le criticità di questo sistema si sostanziano principalmente in 4 punti: la complessità burocratica, i tempi di attesa di erogazione ritenuti lunghi, la scarsa informazione sulle opportunità e i criteri di merito eccessivamente restrittivi (CFU e media).
Le associazioni studentesche torinesi non sono rimaste in silenzio di fronte al problema, numerosi sono stati infatti i tentativi di intervento e di protesta volti a portare l’attenzione sul problema. Tra questi ricorderete sicuramente la protesta del collettivo “Cambiare Rotta” e del sindacato studentesco “Udu” unione degli universitari, svoltasi presso il Campus Einaudi nel settembre 2023. Le associazioni lamentavano un disequilibrio tra il numero degli studenti fuori sede ( 44.000 stimati all’epoca tra PoliTo e UniTo) e i posti letto messi a disposizione dalle residenze universitarie (1911 posti tra Torino e Grugliasco), oltre all’impennata dei prezzi post pandemia. Inoltre fu criticato come l’attribuzione del servizio abitativo fosse vincolato al criterio di merito accademico, che nonostante appaia il più equo, spesso causa ulteriori problematiche e il più delle volte non porta a soluzioni satisfattive.
Di recente, gli stessi attori sociali sono tornati a far sentire la loro voce ma soprattutto quella degli studenti beneficiari di posto letto nelle residenze EDISU Olimpia, Villa Claretta e Lingotto, che si sono visti sfrattati a causa delle Universiadi, i Giochi mondiali universitari. Si tratta di una manifestazione sportiva multidisciplinare corrispondente ai Giochi Olimpici e lunedì 13.1.2025 all’Inalpi Arena di Torino ha avuto inizio la XXXII edizione. UDUTORINO le ha prontamente descritte “ i giochi per l3 student3 a spese dell3 student3” spiegando come le residenze riservate a studenti beneficiari siano state messe a disposizioni di atleti e delle loro famiglie, lasciando i borsisti per un mese nell’incertezza.
Insomma,una visione non proprio rosea del quadro complessivo ma che soluzioni sono state proposte dai diversi attori istituzionali?
Soluzioni a livello istituzionale : tra Comune e Regione
A livello comunale, le misure proposte da Stefano Lo Russo per contrastare il caro affitti a Torino, si concentrano su una serie di interventi che spaziano dalla politica fiscale alla promozione di contratti concordati, fino a una rinnovata attenzione per l’edilizia residenziale pubblica. Il sindaco ha dichiarato che una delle priorità della sua amministrazione è garantire l’accesso alla casa per tutti, con un’attenzione particolare a chi vive in difficoltà economica o sociale.
Tra le proposte di maggior rilievo troviamo l’introduzione di un “canone concordato “ per le locazioni , ossia una forma di contratto di locazione in cui il prezzo dell’affitto viene stabilito tramite un accordo tra le associazioni di inquilini e proprietari, fissando un canone più basso rispetto al libero mercato. Nonostante questa soluzione abbia come esito positivo un affitto più accessibile per le famiglie, e vantaggi fiscali per i proprietari che scelgono di affittare e con tariffe più basse, il risvolto negativo è rappresentato dal fatto che non tutti i proprietari potrebbero essere disposti a ridurre i loro guadagni, in particolare quelli che per la posizione strategica del loro immobile hanno la possibilità di affittare a scopi turistici (Airbnb).
Lo Russo ha inoltre sottolineato la necessità di ampliare l’edilizia residenziale pubblica, con la costruzione di nuove case popolari o con la riqualificazione di quelle esistenti con l’obiettivo di aumentare la disponibilità nonché l’accessibilità degli immobili. Tuttavia questa soluzione richiede tempi lunghi, nonché investimenti ingenti, entrambi difficili da ottenere.
Un’altra soluzione soggetta a criticità legate soprattutto ai tempi della burocrazia per la sua fruibilità, è l’introduzione di fondi per il sostegno all’affitto, per aiutare famiglie in difficoltà che sebbene costituisca un aiuto temporaneo, non risolve il problema nel lungo periodo.
Spostandoci sul piano regionale, la coalizione di Alberto Cirio (Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia), Presidente della Regione Piemonte, ha voluto assegnare una delega alla casa, dimostrando l’impegno per questo settore. Nel 2023 la Regione Piemonte, ha stanziato 5 milioni in più dell’anno precedente (+69,4%) per il Fondo sociale per la casa, per un importo complessivo di 12,2 milioni di euro, per far fronte alle nuove povertà e garantire un tetto a chi ne ha diritto.
È stato anche previsto un primo fondo da 500.000 € per sostenere gli inquilini delle case Atc nel pagamento delle maxi bollette e dei conguagli pluriennali del riscaldamento e altre utenze. Inoltre all’inizio di quest’anno la regione Piemonte ha approvato la nuova legge sulla casa che riconosce una premialità ai cittadini, di qualsiasi nazionalità d’origine, che risiedono in Piemonte da 15, 20 o 25 anni.
Non sono state dimenticate le famiglie monogenitoriali con figli minori a carico, le donne vittime di violenza, e le forze dell’ordine, per le cui categorie sono stati stanziati dei bonus.
Infine la nuova legge mira a contrastare l’illegalità e la morosità immobiliare, problematiche sempre più in aumento principalmente come conseguenza del caro affitti.
Housing sociale : possibile soluzione
Una tra le più rilevanti soluzioni proposte in questo contesto è quella dell’housing sociale, un progetto che mira a garantire l’accesso alla casa a coloro che si trovano in difficoltà economiche.
A Torino, diverse sono le opzioni in tema di Cohousing: Associazione “Coabitare”, Coabitazione solidale, con la quale la città di Torino promuove le coabitazioni giovanili solidali e mette a disposizione immobili di proprietà dell’amministrazione in collaborazione con ATC Torino (Associazione Acmos, Cooperativa Sociale Il Punto, Cooperativa Liberitutti, Associazione Quore-To Housing, Casa Dora, San Salvario House, Cohousing San Salvario), Condomini solidali, che prevede spazi privati, alloggi e singole stanze per ogni nucleo famigliare e servizi condivisi (Condominio Solidale in via Romolo Gessi, Sguardo su Torino in via Capriolo), Coabitazione giovanile, per promuovere e sostenere la coabitazione giovanile con un’intermediazione immobiliare sociale no profit no profit ( Stessopiano, Alloggiami). Le strutture mettono a disposizione a seconda delle esigenze camere singole o doppie e spazi comuni come cucina, palestra, living, servizio lavanderia, Wi-Fi .
Un esempio che portiamo in questa sede è la proposta di Buena vista Torino, un modello recente di social housing che propone 2 formule: la formula Campus studiata per gli studenti e la formula housing. Viene prevista la messa a disposizione di 40 alloggi, che ospitano in forma temporanea studenti fuori sede e in forma stabile nuclei familiari, single e coabitanti. Gli utenti si sono mostrati soddisfatti con un tasso di apprezzamento di 4,2/5
Nella prima vengono offerte stanze singole o doppie in alloggi arredati con bagni, cucina equipaggiata, living, balcone e Wi-Fi. Nelle aree comuni del palazzo si trovano una lavanderia a gettoni, un’area workout, una reception, uno spazio interno per le biciclette e un’area ricreativa. I costi per la stanza singola corrispondono a €15 a notte, mentre in doppia €10 a notte. Le tariffe applicabili per soggiorni mensili, semestrali o annuali sono rinnovabili. Tutte le utenze (Wi-Fi, riscaldamento, luce, gas, acqua) sono comprese.
Per la formula housing, Buena Vista mette a disposizione appartamenti in affitto di 65 mq o 85 mq per giovani, famiglie e professionisti che decidono di restare per un periodo minimo di 12 mesi. Le tariffe sono modulate per appartamento e garantiscono su appositi requisiti la possibilità di accesso a tariffe calmierate. Per un appartamento piccolo vengono richiesti €540/mese con la tariffa normale, mentre con quella calmierata €365/mese, spese escluse. I prezzi calmierati sono rivolti ai soci, ai lavoratori del terzo settore e a particolari situazioni che verranno valutate in sede di colloquio con i responsabili di Buena Vista.
Anche le strutture Camplus offrono alle stesse condizioni (spazi condivisi) una sistemazione mettendo a disposizione residenze, collegi di merito e appartamenti tra i quali figurano : Camplus Regio Parco, Camplus Bernini, Camplus MOI, Camplus Aldo Moro. Il problema? Il costo mensile di una stanza che varia dai 750 ai 1000 euro al mese, rendendo questa opzione non accessibile a tutti…
O ennesima elusione del problema?
Un ulteriore esempio di tentativo di social housing è rappresentato dagli Appartamenti ex MOI, nei pressi della facoltà di management dell’Università di Torino ,che a seguito della riqualificazione delle palazzine ex MOI (edificate per le Olimpiadi del 2013) nel quartiere Lingotto, si è visto al centro delle critiche del Collettivo “Cambiare Rotta Torino “ e del Sindacato “A.S.I.A-USB Torino” in quanto, ancora una volta al posto di potenziare la disponibilità abitativa pubblica, si è trattato di una ripetizione di un meccanismo ormai ben noto: la speculazione di privati sull’ennesima residenza universitaria privata. Come sopra anticipato, la risposta dell’Università di Torino e di Edisu a fronte dell’insufficienza di posti in residenza, sarebbe quella di spostare gli studenti che ne avrebbero diritto in uno studentato privato (costo stanza singola circa 300 € al mese).
Le associazioni sopracitate, non perdono occasione di schierarsi in prima linea per far sentire la voce di studenti e residenti, non solo a parole ma anche con numerose manifestazioni,risultando tra i più influenti attori sociali a denunciare le esigenze di un reddito studentesco adatto a coprire le spese legate all’aumento del carovita e degli affitti, e più in generale “a garantire un tetto che non ce l’ha, con un affitto adeguato al reddito di ognuno”(cit.A.S.I.A -Usb Torino.)
Da quanto sopra visto , si evince che nonostante gli sforzi, il problema del caro affitti rimane una sfida sociale di grande rilevanza attuale. Se da una parte le misure adottate sono un passo nella giusta direzione, è chiaro che sarà necessario un intervento più forte e coordinato tra le istituzioni, il mercato immobiliare e le associazioni locali, per garantire un accesso equo alla casa e prevenire l’esclusione sociale.
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Bibliografia e sitografia :
https://www.immobiliare.it/mercato-immobiliare/piemonte/torino/
https://www.ires.piemonte.it/images/pubblicazioni/note-brevi/2021/2021-03_Nota_SistemaUniversita.pdf
https://pagellapolitica.it/articoli/milano-posti-letto-studenti-scarsa-trasparenza
CNSU , rapporto sulla condizione studentesca 2022
http://www.comune.torino.it/torinogiovani/vivere-a-torino/housing-sociale
https://www.camplus.it/citta/torino/
https://www.bolognatoday.it/economia/mercato-immobiliare-bologna-2025.html
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